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Il ritorno di Tormento: “Oggi vince chi è leggero, io voglio cogliere l'animo. E forse rivedrete i Sottotono”

“La vera forza di un artista è riuscire a cogliere l’animo umano, non inseguire il trend del momento”. La rinascita di Tormento inizia da un brano pieno di luce come “Acqua su Marte” e passa da un nuovo singolo con tutte le carte in regola per brillare anche più forte. A produrre “2 Gocce di vodka” riecco infatti il team milanese SDJM. La storia è quella di due persone apparentemente diverse, e con un differente modo di amare, sono gli angoli non smussati delle loro esistenze ad unirle. “E’ dedicato a mia moglie. Siamo sposati da tempo”, racconta il rapper Tormento, icona negli anni ’90 con i Sottotono. “Due persone molto diverse – dice – con gli anni finiscono per darsi equilibrio a vicenda, per completarsi. Però, anziché essere due gocce di acqua, ossia limpidi e trasparenti, sono due gocce di vodka, ciascuno con le proprie follie. L’idea della vodka è legata a questi tempi di oggi, senz’altro un po’ pazzi”. 

Frammenti di vita, meglio ancora dell’adolescenza (“Ci hanno sbattuto fuori con un 6, la scuola è tutta da dimenticare”), è facile riviverli in un verso solo all’apparenza molto semplice. Succede al primo ascolto di “Acqua su Marte”, una canzone emozionante. In “2 Gocce di vodka” la storia è differente, la questione dell’identità però riappare. “I miei 43 anni non sono quelli della crisi, me li godo finalmente, dopo una giovinezza difficile, soprattutto per quel che riguarda il rapporto con le altre persone. Quel ‘vecchio’ malessere ha alimentato la voglia di scavarmi dentro, di cercare una personale armonia, una felicità che, in modo più sensibile, ha sempre accusato il colpo di un realtà violenta e fuorviante. I risultati di ‘Acqua su Marte ‘sono il frutto di un equilibrio che, fino a un po’ di tempo fa, non credo di avere avuto. Il brano è arrivato dopo un percorso che definirei reintegrativo”, ragiona Tormento. 

“2 Gocce di vodka” ha il vestito sonoro del follow-up classico. E, senza slanci di nostalgia, attinge da un passato ‘identificabile’ e preciso. Il suono però è diverso da quello del ‘successo’ radiofonico standardizzato, ritmi latini, vivaddio, non ce ne sono. “I produttori più blasonati conoscono molto bene il mercato odierno, colgono in pieno la pochezza che la musica italiana sta vivendo. L’aspetto poetico della vita non interessa a nessuno. La musica, soprattutto quella dei giovani, riflette una società violenta. Il messaggio positivo non è di moda. Per anni ho cercato di fare musica positiva, anche più profonda e ricercata, e l’ho pagata a caro prezzo. Poche collaborazioni, zero serate. L’aver dato solo un pizzico di leggerezza al mio lavoro ha spalancato di nuovo i portoni del mainstream. Senz’altro ho capito che vivere in profondità non è sempre possibile”, sorride il rapper.

Su talent scout e discografici di un passato oggettivamente più glorioso il ragionamento è condiviso. “Non è retroguardia dire che servirebbero di nuovo. Rappresentavano anni di maggiore impegno sociale. Nella musica non si ha più voglia di impegnarsi, di ricercare. Oggi vince chi è più leggero. Per questo forse sembrerebbero fuori luogo. So che in giro ci sono, ma fanno fatica a lavorare come i pionieri di un tempo. Però anche le fasi brutte possono servire a guardarci dentro, per capire meglio quale sarà il prossimo passo”, analizza Tormento.

I primi successi dei Sottotono, ad esempio cult quali La mia coccinella, non suonavano granché, come tanta roba degli anni ’90, però hanno fatto la storia. La sensazione che cestinare l’analogico non sia stata una gran mossa è fortissima. “Gli strumenti veri avevano un cuore diverso. Ormai la musica è tutta su uno stesso piano: si tendono a spingere voci e basi, tutto deve suonare forte. L’analogico ha uno spazio di frequenze incalcolabili. Il digitale ha fatto diventare l’universo musicale finito. Adoro la musica antica, il corpo ad essa risponde, e vibra su frequenze positive, che diventano curative. I tempi moderni non credo siano quelli più all’avanguardia. Il prossimo passo per l’uomo sarà comprendere che le culture antiche avevano colto cose che a noi oggi sfuggono completamente”, riflette.

La risposta a tutto questo Tormento l’aveva già trovata negli anni dei Sottotono. E vale più che mai nel nuovo corso: “Fare delle canzoni che colgano qualcosa dell’animo umano, che è fuori dal tempo. Ancora oggi, gente mi cita versi che abbiamo creato 25 anni fa con Big Fish. Vuol dire che abbiamo colto qualcosa di davvero importante all’epoca”.

Anche il nuovo album, come i singoli, uscirà su Time Records. “Abbiamo diversi ‘colpacci’ ancora da sparare, sulla linea di queste prime 2 canzoni”, rivela Tormento. “Confluiranno poi nel mio nuovo disco, che è praticamente concluso, anche se continuiamo ad aggiungere brani. Finora abbiamo vagliato 3 o 4 titoli. Sarà tutto prodotto dagli SDJM, e mi piacerebbe avere all’interno qualcosa di Big Fish. Un nuovo capitolo per i Sottotono? “Non mi sento affatto di escluderlo, lo meritiamo”.

di Leonardo Filomeno


Fonte: http://www.liberoquotidiano.it/rss.jsp?sezione=375


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