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    Il 5 maggio torna la Maratona Fotografica di Bergamo, arrivata alla nona edizione

    Il 5 maggio 2024 si terrà la nona edizione della Maratona Fotografica di Bergamo, organizzata da Spazio Cam (sponsor principali Coldiretti Bergamo, Legami-Milano e Coquette Hair spa) e che si svolgerà, ovviamente, all’interno della città di Bergamo. Come nelle altre occasioni, i partecipanti dovranno catturare fotografie nell’arco di 8 ore seguendo quattro tematiche. Tutti sono invitati a partecipare, sia adulti che bambini che potranno così avvicinarsi al mondo della fotografia.

    Con la formula della Maratona Fotografica di Bergamo si ottiene così il duplice scopo di conoscere meglio la città (sia per i suoi abitanti sia per le persone che arrivano da altri luoghi) migliorando anche la propria tecnica fotografica e trovando nuovi spunti per le immagini. Si potranno così vedere paesaggi collinari, vie medievali, monumenti, la quotidianità delle persone e molto altro.
    La Maratona Fotografica di Bergamo inizierà alle 9:30 e finirà alle 17:30. I partecipanti dovranno raggiungere dei punti della città indicati dall’organizzazione così da poter vidimare la cartolina di partecipazione e catturare immagini dedicate ai temi proposti. I primi due temi saranno indicati alla partenza mentre altri due alle 12:30 in Piazza Mascheroni in Città Alta. Sarà anche possibile trovare un piccolo ristoro offerto da Coldiretti.

    I partecipanti avranno un’unica fotografia per ogni tema. Gli scatti saranno poi caricati on-line sul sito della manifestazione. Chi vorrà partecipare dovrà farsi trovare a Spazio Cam (Via San Tomaso 84, Bergamo) a partire dalle 8:00 e fino alle 9.30 (orario di inizio) per ritirare il kit di gara.
    La quota di partecipazione è di 15 euro per gli adulti e 5 euro per i ragazzi sotto i 15 anni. Fino a esaurimento scorte sarà disponibile anche una maglietta dedicata all’evento. Sarà possibile catturare immagini sia con mirrorless, che con reflex ma anche con smartphone. Il concorso vedrà la premiazione delle prime tre fotografie per ogni tema, le prime tre della classifica assoluta e le prime tre della categoria Under 15 che saranno assegnati grazie al giudizio di una giuria di esperti. Grazie alla cartolina di partecipazione sarà poi possibile accedere gratuitamente all’Accademia Carrara, a Palazzo Moroni e ai suoi giardini (Bene del FAI), all’Orto Sociale e al Teatro Sant’Andrea. LEGGI TUTTO

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    Teatro dei Vitellini – Regia di Gian Paolo Barbieri, la nuova mostra alla Leica Galerie Milano

    Con l’arrivo della bella stagione alla Leica Galerie Milano sarà possibile visitare la nuova mostra fotografica dal titolo Teatro dei Vitellini – Regia di Gian Paolo Barbieri. Nello spazio espositivo, nel cuore di Milano e nelle vicinanze del Duomo (via Giuseppe Mengoni 4) sarà possibile, dal 10 maggio al 24 agosto, ammirare 25 fotografie inedite del fotografo di moda, tra i più conosciuti e riconosciuti del Mondo.

    © Gian Paolo Barbieri, Shakespeare – La Bisbetica Domata
    Grazie all’inizio della sua carriera che lo ha visto anche attore, operatore e costumista, Gian Paolo Barbieri può così reinterpretare le opere di William Shakespeare ma anche il teatro stesso e tutto il mondo che gli ruota attorno. Il fotografo nasce infatti a Milano nel 1935 ed è legato a costumi e tessuti anche per il lavoro svolto dalla famiglia (grossisti di tessuti). Sin da bambino ha una grande passione per il teatro e la recitazione che lo porta ad assistere a diversi spettacoli oltre a recitare lui stesso tra amici, creando anche abiti e scenografie.
    Ricordiamo poi che Barbieri ha aperto il suo primo studio fotografico a Milano nel 1964, dopo aver vissuto anche a Roma e Parigi con il fotografo Tom Kublin. Il suo punto di vista “teatrale” gli permette di avere l’attenzione di grandi giornali di moda come Vogue America, Vogue Italia, Vogue Paris, L’Officiel, GQ e Vanity Fair. Le immagini della mostra Teatro dei Vitellini – Regia di Gian Paolo Barbieri sono state catturate in studio e hanno richiesto una minuziosa preparazione prima ancora dello scatto per raggiungere un risultato che può definirsi quasi onirico.

    © Gian Paolo Barbieri, Shakespeare – Macbeth
    Non solo fotografia dunque. I visitatori potranno ammirare una visione diversa della costruzione della scena, la passione di Gian Paolo Barbieri per il teatro e per la drammaturgia. Le fotografie di Teatro dei Vitellini sono state catturate grazie a un sistema Leica SL (la terza versione è stata presentata all’inizio dell’anno) scegliendo sia i colori che il bianco e nero per la stampa in grande formato.
    Maurizio Beucci (curatore e Head of Akademie, Leica Camera Italia) ha dichiarato “il teatro è dentro le fotografie di Barbieri e Gian Paolo, quando scatta, è dentro il teatro. Queste fotografie sono un lavoro inedito che ci riporta lì dove tutto è iniziato, nel teatro che Gian Paolo ha amato e continua ad amare, in un omaggio al lavoro di Shakespeare. Quella in mostra è una prima assoluta e siete tutti i benvenuti nel nuovo Teatro dei Vitellini. Merda, merda, merda!”. LEGGI TUTTO

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    Canon apre finalmente alle ottiche di terze parti, anche se solo parzialmente

    Dopo il passaggio alle mirrorless Canon è stata parecchio restia a permettere ad altri produttori di mettere in commercio ottiche con la sua baionetta proprietaria. Qualcosa però ora si muove sia Sigma, sia Tamron hanno annunciato lo sviluppo di ottiche Canon RF.
    Canon apre ai produttori di terze parti
    L’apertura ai produttori di terze parti è però al momento solo parziale e limitata agli obiettivi adatti a coprire solo il formato ridotto APS-C, quindi lasciando libera la concorrenza solo nel segmento delle ottiche Canon RF-S.

    Per entrambi i produttori si tratta di ottiche già presenti a catalogo con altri innesti.
    Sigma: sei ottiche in roadmap, due zoom e quattro fissi
    Nel caso di Sigma si comincerà con lo zoom standard DC DN 18-50mm F2.8, che sul formato ridotto offre focali equivalenti di 29-80mm (i corpi APS-C Canon hanno fattore di crop pari a 1,6x). La prima ottica dovrebbe essere disponibile a partire da luglio.

    Sarà poi la volta, più in là nel corso dell’anno, di un altro zoom, il super grandangolare DC DN 10-18mm F2.8 che offre focali equivalenti di 16-29mm. Entrambe le ottiche sono già in commercio nelle versioni L-Mount, Fujifilm X e Sony E-Mount.
    Seguiranno poi una serie di ottiche a focale fissa dando ai possessori di fotocamere come Canon EOS R100, R50, R10 e R7 la possibilità di scegliere tra le focali di 16mm, 23mm, 30mm e 56mm, equivalenti, rispettivamente a 26mm, 37mm, 48mm e 90mm. In questo caso gli obiettivi, oltre che per fotocamere con baionetta L-Mount, Fujifilm X e Sony E-Mount, sono disponibili sul mercato anche per Nikon Z-Mount e Micro Quattro Terzi.
    Tamron inizia dallo zoom ultra grandangolare

    Nel caso di Tamron si parte con lo zoom grandangolare spinto 11-20mm F/2.8 Di III-A, già a catalogo del produttore nipponico con baionetta Sony E-Mount.
    Al momento non sono stati rilasciati dettagli sui prezzi. LEGGI TUTTO

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    DJI Power: ecco le power station portatili per volare senza limiti lontani dalla rete elettrica

    Gli utenti DJI sono stati in questi anni tra i più frequenti utilizzatori delle power station portatili, soluzioni che permettono di ricaricare tutti i dispositivi fondamentali per il volo (drone, radiocomando, batterie aggiuntive, visore nel caso dei droni FPV) anche se ci si trova lontani dalla rete elettrica.
    Non sempre però gli utenti hanno trovato una compatibilità perfetta con prodotti di terze parti, soprattutto quando si parla della ricarica diretta tramite cavo USB-C/USB-C con il protocollo Power Delivery. Porte con potenza nominale di 100W a volte erogano molta meno potenza se c’è qualche ‘anello debole’ lungo la filiera di ricarica.
    Power station portatibili DJI Power 1000 e DJI Power 500

    Per chi vuole la massima compatibilità e quindi anche le massime prestazioni di ricarica, DJI ha lanciato le sue power station portatibili DJI Power 1000 e DJI Power 500, due soluzioni che cercano di venire incontro a esigenze diverse.

    DJI Power 1000 è la più grande delle due e offre a una capacità di 1024 Wh e pesa 13 kg. La stazione di ricarica portatile sfrutta batterie LFP, con vita dichiarata di più di 3.000 cicli. Offre due prese CA in corrente alternata a 230V con inverter da 2.200 W e due porte USB-A. Una delle particolarità è l’integrazione di due uscite con porte USB-C da ben 140 Watt l’una, con una potenza totale di 280 Watt: si tratta di maggiore potenza rispetto alle classiche porte da 100 W che troviamo generalmente sulle power station e adatta ad alimentare anche i notebook più energivori, come le workstation portatili.
    Con i cavi di ricarica acquistabili separatamente, chi possiede alcuni droni DJI, potrà caricare rapidamente le batterie con la funzione di ricarica rapida DJI Power SDC. Inoltre la stessa uscita può essere sfruttata con cavi adattatori per alimentare anche altri dispositivi direttamente in corrente continua a bassa tensione:

    Cavo di ricarica rapida da DJI Power SDC a Matrice serie 30

    Ricarica rapida da 230 W, carica una batteria per Matrice 30 dal 10% al 95% in circa 32 minuti‌‌

    Cavo di ricarica rapida da DJI Power SDC a DJI Air 3

    Ricarica rapida da 125 W, carica una batteria per Air 3 dal 10% al 95% in circa 30 minuti

    Cavo di ricarica rapida da DJI Power SDC a Serie DJI Mavic 3

    Ricarica rapida da 150 W, carica una batteria della serie Mavic 3 dal 10% al 95% in circa 32 minuti

    Cavo di ricarica rapida da DJI Power SDC a DJI Inspire 3

    Ricarica rapida da 200 W, carica una batteria della serie Inspire 3 dal 10% al 95% in circa 28 minuti

    Cavo di alimentazione SDC da DJI Power a XT60 (12 V)

    Con questo cavo, DJI Power 1000/500 può raggiungere un’uscita di 12 V CC, adatta per il collegamento a caricabatterie per modellini di aerei, droni FPV o dispositivi con connettori XT60.

    Cavo di alimentazione da DJI Power SDC a caricabatterie per auto (12 V)

    Utilizza questo cavo per collegare dispositivi dotati di presa di alimentazione da auto, come un frigorifero per auto.‌‌

    Entrambe le power station possono essere ricaricate rapidamente tramite rete elettrica, ma anche con in pannelli solari, che DJI mette a disposizione tra gli accessori.
    DJI Power 500 ha una batteria più piccola, da 512 Wh e pesa 7,3 kg, offrendo un inverter (sempre con due prese AC 230V) da 1.000 W.  Entrambe le unità possono essere ricaricate completamente in soli 70 minuti; ma se si ha fretta, possono raggiungere l’80% in appena 50 minuti, grazie alla ricarica rapida da 1200 e 540 W.
    Le due power station portatili possono tornare utili anche in caso di interruzioni di corrente e black-out. Se un dispositivo elettrico è collegato a un’unità DJI Power 1000/500 accesa tramite la porta di uscita CA ed entrambi ricevono alimentazione, DJI Power 1000/500 passerà per impostazione predefinita alla modalità UPS (Uninterruptible Power Supply). Ciò significa che, in caso di improvvisa interruzione di corrente, i dispositivi collegati continueranno a ricevere alimentazione da DJI Power 1000/500 entro 0,02 secondi.
    Prezzo e disponibilità

    DJI Power 1000/500 sono già disponibili per l’acquisto su store.dji.com e rivenditori autorizzati:

    DJI Power 1000 al prezzo di 1.009 €
    DJI Power 500 al prezzo di 529 € LEGGI TUTTO

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    Le foto vincitrici del World Press Photo 2024: al primo posto lo scatto che incarna il dolore umano

    Il World Press Photo Contest 2024 ha annunciato i suoi quattro vincitori globali, premiando fotografi che hanno catturato con potenza e commozione momenti chiave di guerre, migrazioni e vite personali. Le immagini vincitrici, selezionate tra oltre 61.000 candidature provenienti da 130 paesi, offrono uno sguardo straziante ma necessario sulle atrocità dei conflitti contemporanei e sulle sfide dell’esistenza umana.
    La Foto dell’anno, scattata dal palestinese Mohammed Salem per Reuters, ritrae una scena di indicibile dolore. Nell’immagine, Inas Abu Maamar, 36 anni, culla il corpo senza vita di sua nipote Saly, una bambina di 5 anni uccisa insieme alla madre e alla sorella da un missile israeliano che ha colpito la loro casa a Khan Younis, nella Striscia di Gaza. La giuria ha elogiato la cura e il rispetto con cui la foto è stata composta, offrendo uno sguardo sia metaforico che letterale su una perdita inimmaginabile.A Palestinian Woman Embraces the Body of Her Niece
    Mohammed Salem, Palestine, Reuters
    Il premio Storia dell’anno è andato a Lee-Ann Olwage del Sudafrica per “Valim-babena”, un racconto fotografico pubblicato su GEO che esplora la demenza in Madagascar attraverso la lente dell’assistenza familiare. Le immagini ritraggono con tenerezza “Dada Paul” Rakotozandriny, 91 anni, mentre viene accudito dalla figlia Fara, ponendo l’accento sull’amore e la vicinanza necessari in un mondo segnato dalla guerra e dall’aggressione.
    Valim-babena
    Lee-Ann Olwage, South Africa, for GEO
    Il venezuelano Alejandro Cegarra ha vinto il premio per il progetto a lungo termine “The Two Walls”, pubblicato dal New York Times e Bloomberg, che documenta la resilienza dei migranti diretti negli Stati Uniti attraverso il Messico. Attingendo alla sua stessa esperienza di migrante, Cegarra offre uno sguardo sensibile e incentrato sull’uomo, celebrando l’agency dei migranti di fronte a ostacoli apparentemente insormontabili.
    The Two Walls
    Alejandro Cegarra, Venezuela, The New York Times/Bloomberg
    Infine, l’ucraina Julia Kochetova ha vinto il premio Open Format con “La guerra è personale”, un progetto multimediale che intreccia fotografia, poesia, audio e musica per mostrare l’impatto quotidiano della guerra russo-ucraina. Creato in collaborazione con un illustratore e un DJ ucraini, il sito web offre un’immersione viscerale nelle vite di coloro che convivono con il conflitto come realtà di tutti i giorni.
    War Is Personal
    Julia Kochetova, Ukraine
    Joumana El Zein Khoury, direttrice esecutiva di World Press Photo, ha evidenziato come i fotografi vincitori abbiano “una familiarità intima e personale con i loro argomenti”, permettendo loro di trasmettere comprensione, empatia e compassione attraverso le loro opere. Allo stesso tempo, ha ricordato i rischi affrontati dai fotogiornalisti, con lo scorso anno che ha visto un numero quasi record di giornalisti uccisi, molti dei quali a Gaza.
    La presidente della giuria globale, Fiona Shields del Guardian, ha sottolineato il potere delle immagini vincitrici di “trasmettere un momento specifico, risuonando anche oltre il proprio soggetto e il proprio tempo”. La foto dell’anno, in particolare, racchiude “questo senso di impatto ed è incredibilmente commovente da vedere, pur essendo allo stesso tempo un argomento a favore della pace”. LEGGI TUTTO

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    Una storia di contraccezione forzata vince i SWPA 2024

    Come ogni anno il mondo della fotografia vede nel mese di aprile un periodo molto importante. La proclamazione dei Sony World Photography Awards segue a ruota l’annuncio dei vincitori del World Press Photo. Nella cornice della cena di Gala all’Hilton di Park Lane a Londra, la World Photography Organisation, con il CEO di Creo Scott Gray, ha infatti annunciato i vincitori assoluti del concorso 2024. Giunta alla sua 17esima edizione, la manifestazione ha visto un numero di partecipanti leggermente in calo, (380mila contro i più di 400mila dell’anno scorso), ma con un dato comunque molto interessante: per la prima volta sono state sottoposte al giudizio della giuria più foto nelle categorie riservate ai professionisti, rispetto a quelle inviate da fotografi amatoriali per il concorso Open.

    La cerimonia di premiazione è diventata ormai un appuntamento annuale molto atteso da tutti gli appassionati, poiché celebra il meglio della fotografia mondiale, dando risalto alle immagini e alle storie che hanno suscitato maggior interesse nel corso dell’ultimo anno. Una ‘fotografia’ che ripercorre gli eventi salienti dell’anno passato, ma che delinea anche quali sono i più importanti trend artistici, visto che – a differenza di un concorso come il WPP – i Sony World Photography Awards abbracciano anche categorie che confinano con le arti grafiche e quelle concettuali. Come sempre, gli scatti premiati, insieme a quelli dei finalisti, saranno esposti alla mostra dei Sony World Photography Award 2024, allestita presso la Somerset House di Londra a partire dal 19 aprile. La mostra si compone di oltre 200 stampe e di molteplici display con ulteriori immagini digitali dei vincitori e finalisti del concorso.

    La cerimonia è stata anche l’occasione per conferire il titolo Outstanding Contribution to Photography di quest’anno a Sebastião Salgado, le cui opere in bianco e nero hanno segnato in modo inequivocabile le ultime cinque decadi della sua carriera, rendendolo un artista universalmente riconosciuto per il suo indelebile contributo al mondo della fotografia.

    Salgado ha tenuto anche un incontro con la stampa nella mattina del 18 aprile, in cui ha ripercorso la sua carriera e dato interessanti spunti sull’evoluzione della fotografia in questi suoi 50 anni di carriera. Una retrospettiva di opere di Sebastião Salgado, rappresenta anche una delle ossature della mostra di quest’anno che, ancora più che nel passato, ha dato grande spazio all’autore insignito del premio alla carriera.
    Durante la cerimonia di gala, sono stati premiati anche i vincitori assoluti dei concorsi Open, Student e Youth e il vincitore del Sustainability Prize. Il concorso Open premia la potenza di una singola immagine, offrendo un’opportunità unica a fotografi di ogni livello, mentre i concorsi Student e Youth puntano i riflettori sul lavoro delle nuove generazioni. Infine, il Sustainability Prize, istituito l’anno scorso, è destinato ai fotografi maggiormente capaci di catturare e mettere in luce i cambiamenti positivi che riguardano il nostro pianeta.
    La mostra dei Sony World Photography Awards di quest’anno sarà allestita presso la Somerset House di Londra dal 19 aprile al 6 maggio 2024.
    VINCITORI CATEGORIE PROFESSIONAL
    I vincitori del concorso Professional sono stati decretati da una giuria di esperti dopo aver presentato una serie di cinque-dieci immagini d’eccezione, a dimostrazione delle loro padronanza tecnica e di un forte approccio alla narrazione.
    I migliori di ogni categoria sono stati premiati con un set di attrezzature fotografiche digitali di Sony. I vincitori di quest’anno sono:
    ARCHITETTURA E DESIGN VINCITRICE: Siobhán Doran (Irlanda) con la serie Sala Mayor (Living Room)Finalisti: 2° posto Karol Pałka (Polonia); 3° posto Yaser Mohamad Khani (Repubblica Islamica dell’Iran)

    La fotografa vincitrice ha indagato con la sua fotocamera i salotti delle case delle Filippine, con un racconto che parla, oltre che di architettura e design, anche delle persone che vivono nelle case. In particolare la serie di foto documenta le case delle famiglie che si sono arricchite con il commercio dello zucchero nelle Filippine.
    FOTOGRAFIA CREATIVAVINCITRICE: Sujata Setia (Regno Unito) con la serie A Thousand CutsFinalisti: 2° posto Mackenzie Calle (Stati Uniti); 3° posto Tine Poppe (Norvegia)

    Sujata Setia ha utilizzato un linguaggio particolare per raccontare storie di abusi in famiglia, di cui lei stessa è stata vittima. Come gli abusi lasciano ferite indelebili sulle vittime, così ogni ritratto scattato con la sua fotocamera porta addosso ‘mille segni’ riuscendo così a mostrare in una sola immagine la persona e la sua vita interiore.
    DOCUMENTARISTICAVINCITRICE: Juliette Pavy (Francia) con la serie Spiralkampagnen: Forced Contraception and Unintended Sterilisation of Greenlandic WomenFinalisti: 2° posto Brent Stirton (Sudafrica); 3° posto Davide Monteleone (Italia)

    Anche nella documentaristica vince un lavoro che affronta la violenza sulle donne. In particolare la fotografa francese ha approfondito una vicenda poco nota, a cui sono stati tolti i sigilli da poco (nel 2022). Parliamo della campagna di contraccezione e sterilizzazione forzata portata avanti in Groenlandia tra il 1966 e il 1975 durante la colonizzazione danese ai danni della popolazione Inuit.
    AMBIENTE VINCITRICE: Mahé Elipe (Francia) con la serie Echoes of the HiveFinalisti: 2° posto Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni (Italia); 3° posto Maurizio Di Pietro (Italia)
    Storie di uomini, donne e api animano le foto della fotografa francese che ha documentato gli sforzi della popolazione Maya del Messico meridionale per preservare una specie di api, fondamentali per la loro religione e cultura, a seguito dell’avvelenamento di massa a causa dei pesticidi.
    PAESAGGIO VINCITORE: Eddo Hartmann (Paesi Bassi) con la serie The Sacrifice ZoneFinalisti: 2° posto Jim Fenwick (Regno Unito); 3° posto Fan Li (Cina continentale)

    Molto particolare il lavoro del vincitore che con la sua fotocamera ha esplorato un’area remota del Kazakistan, un tempo sede dei principali impianti di sperimentazione nucleare dell’Unione Sovietica, utilizzando gli infrarossi per evocare l’impatto della contaminazione da radiazioni invisibile all’occhio umano, gli stessi infrarossi utilizzati dagli scienzati che ha lo hanno accompagnato per indagare gli effetti delle radiazioni sulla flora dei sito.
    PORTFOLIOVINCITORE: Jorge Mónaco (Argentina) con la serie Portraits and LandscapesFinalisti: 2° posto Aly Hazzaa (Egitto); 3° posto Angelika Kollin (Estonia)
    Il fotografo vincitore ha raccolto un portfolio di scatti utilizzando diverse tecniche e diversi stili per invitare lo spettatore ad addentrarsi nelle storie intime dei suoi soggetti, offrendo una prospettiva riflessiva sulla diversità umana, con grande attenzione alle minoranze e all’inclusività.
    RITRATTO VINCITORE: Valery Poshtarov (Bulgaria) con la serie Father and SonFinalisti: 2° posto Adali Schell (Stati Uniti); 3° posto Drew Gardner (Regno Unito)

    Nel suo lavoro, che è tuttora in corso, il fotografo bulgaro ha chiesto a padri e figli di Bulgaria, Georgia, Turchia, Armenia, Serbia e Grecia di farsi ritrarre insieme mentre si tenevano per mano. Un atto di tenerezza a volte insuale tra i maschi, ma che nelle foto crea un ritratto intimo e commovente della mascolinità e delle relazioni tra padre e figlio.
    SPORTVINCITORE: Thomas Meurot (Francia) con la serie Kald Sòl (Cold Sun)Finalisti: 2° posto Angelika Jakob (Germania); 3° posto Tommaso Pardini (Italia)

    Generalmente associamo il surf alle calde spiagge della California, ma il fotografo francese ha voluto invece indagare la pratica di questo sport da parte di una piccola comunità di surfisti che predilige invece i luoghi freddi del mondo per far correre sulle onde la propria tavola. Anche grazie all’utilizzo del bianco e nero, le fotografie restituiscono paesaggi mozzafiato in cui alla forza del mare si aggiunge la difficoltà per i surfisti nell’immergersi in acque gelate.
    NATURA MORTAVINCITORE: Federico Scarchilli (Italia) con la serie FloraFinalisti: 2° posto Peter Franck (Germania); 3° posto Beth Galton (Stati Uniti)

    Nato durante il Covid, questo particolare lavoro di Federico Scarchilli vuole mettere l’accento su quanto la natura abbia a tutt’oggi un ruolo fondamentale nella creazione di alcune delle medicine più importanti, dalla morfina agli antitumorali. Un lavoro che non è stato un semplice ‘scattare’, ma che prevede (è ancora in corso) anche la fase di crescita delle singole piante, che vengono poi riprese al momento della loro fioritura e giustapposte poi ai medicinali creati a partire dai loro principi attivi.
    NATURA E ANIMALI SELVATICIVINCITRICE: Eva Berler (Grecia) con la serie Suspended WorldsFinalisti: 2° posto Haider Khan (India); 3° posto Jasper Doest (Paesi Bassi)

    La fotografa greca, a partire dal proprio balcone ha indagato come le ragnatele possano diventare vere e proprie tele per la natura per creare opere d’arte nascoste.
    SUSTAINABILITY PRIZE
    Ad aggiudicarsi il Sustainability Prize di quest’anno, e il relativo premio di 5.000 dollari, è stata Kathleen Orlinsky (Stati Uniti) con la serie America’s First Wilderness.
    Il progetto fotografico di Orlinsky mette in risalto il paesaggio, la fauna e la popolazione dell’area nota come Gila Wilderness, nel sud-est del New Mexico, evidenziando gli sforzi compiuti per mantenere l’ambiente naturale incontaminato e proteggere la biodiversità della zona. Le immagini di Orlinsky riflettono l’armonia tra le persone e la natura circostante, trasmettendo un messaggio potente di coesistenza pacifica e salvaguardia degli spazi naturali.
    Il premio Sustainability Prize fa parte del programma Creators for the Planet, un’iniziativa globale che promuove l’impegno ambientale nel corso dell’intero anno, ideata da Creo e organizzata in collaborazione con la United Nations Foundation e Sony Pictures. Il nuovo riconoscimento premia le storie, le persone e le organizzazioni che, con le loro azioni, perseguono uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU.
    OPEN PHOTOGRAPHER OF THE YEAR
    Il concorso Open celebra la potenza visiva di un singolo scatto, premiandone l’efficacia narrativa e le caratteristiche tecniche d’eccellenza. Selezionato tra i 10 vincitori delle categorie Open, Liam Man (Regno Unito) è stato decretato Open Photographer of the Year 2024, titolo a cui si aggiungono un premio in denaro di 5.000 dollari, un set di attrezzature fotografiche digitali di Sony e grande visibilità internazionale.

    Liam Man è stato premiato per l’immagine intitolata Moonrise Sprites over Storr, che ritrae la nota formazione rocciosa dell’Old Man of Storr, sull’Isola di Skye, in Scozia, illuminata dalle luci di un flash montato su un drone e dalla luna arancione crescente. Realizzato in piena notte, durante un’impetuosa tempesta di neve, questo scatto cattura la vastità del paesaggio montuoso e lo stupefacente cielo invernale.
    A proposito della vittoria, Man ha commentato: “Ogni anno, quando guardo le fotografie vincitrici, immagino di veder esposta una mia opera tra di esse. Essere stato nominato Open Photographer of the Year ai Sony World Photography Awards è un sogno che diventa realtà e mi lascia senza parole, immensamente grato e felice!’
    STUDENT PHOTOGRAPHER OF THE YEAR
    Quest’anno, i partecipanti al concorso Student sono stati invitati a presentare una serie di minimo 5 e massimo 10 immagini sul tema Home, per dar voce alla loro visione personale sui concetti di spazio, comunità, identità e senso di appartenenza.
    Il titolo di Student Photographer of the Year è stato vinto da Kayin Luys (Belgio), studente della LUCA School of Arts Sint Lukas Brussels, che si aggiudica un set di attrezzature fotografiche di Sony del valore di 30.000€ per la sua Università. La serie di Luys, intitolata Don’t Trust Pretty Girls, è un ritratto intimo dei suoi suoceri, che racconta il modo in cui ha conosciuto la famiglia della sua compagna ed è diventato parte delle loro tradizioni e dei loro rituali quotidiani.
    Luys ha commentato così la sua vittoria: “La fotografia è un mezzo fondamentale per esplorare ciò che mi circonda. Nel mio lavoro mi relaziono e traggo ispirazione dalle storie che mi vengono raccontate. Sono commosso e onorato che queste piccole e grandi storie raggiungano un pubblico più vasto e ottengano un ulteriore riconoscimento grazie ai Sony World Photography Awards”.
    YOUTH PHOTOGRAPHER OF THE YEAR
    Quest’anno, il concorso Youth ha chiesto ai partecipanti di esplorare il tema Through Your Eyes e condividere il loro personale punto di vista sul mondo che li circonda. Selezionato da una rosa di 10 fotografi con meno di 19 anni, Daniel Murray (Regno Unito, 15 anni) è il nuovo Youth Photographer of the Year, titolo che gli vale un kit digitale di Sony e una notorietà globale.
    Sfruttando i colori tenui e la luce calda di fine estate, la fotografia di Murray ritrae un surfista solitario su una spiaggia vuota della Cornovaglia, in piena armonia con l’atmosfera tranquilla della fine della stagione estiva e i vasti paesaggi della costa inglese.

    PHOTOGRAPHER OF THE YEAR 2024

    Come sempre è tra i vincitori delle diverse categorie riservate ai professionisti che viene scelto il Photographer of the Year e in questa edizione dei Sony World Photography Awards 2024 il premio finale è andato a Juliette Pavy per il suo lavoro di documentaristica sulla contraccezione forzata in Groenlandia. La fotografa ha ringraziato tutto il team che le ha permesso di portare a termine il reportage, ma soprattutto ha voluto dedicare il premio alle migliaia di giovani donne groenlandesi a cui furono impiantati dispositivi intrauterini senza il loro consenso, portando, in molti casi, all’infertilità. Sicuramente questo premio contribuirà a mettere sotto i riflettori del mondo questo problema rimasto sepolto per anni e la fotografa vuole dare il suo contributo per rendere giustizia a tutte queste donne. LEGGI TUTTO

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    Scaricati gli ultimi dati dal drone NASA Ingenuity, potrebbe essere un ”arrivederci”

    A breve distanza dalla conferma che la missione NASA Dragonfly si farà, sono arrivate anche le ultime novità relative al drone marziano NASA Ingenuity. Come sappiamo l’elicottero non volerà più a causa degli estesi danni alle pale, compresa la perdita di una pala, ma sarà comunque impiegato come se fosse un “registratore di dati” dell’ambiente marziano fornendo importanti informazioni sia agli scienziati che agli ingegneri che stanno sviluppando la nuova generazione di droni.

    Per trasmettere i dati il drone ha bisogno di restare nel raggio di comunicazione del rover NASA Perseverance in quanto non può comunicare direttamente con gli orbiter e con il Deep Space Network. Il rover però dovrà continuare la propria missione che è prioritaria e quindi si allontanerà presto dalla zona dove NASA Ingenuity si è adagiato durante il volo 72.
    Come riportato dal JPL la squadra di ingegneri che si occupavano della gestione del drone si sono riuniti per l’ultima volta nella sala di controllo il 16 aprile. Lo abbiamo ripetuto più volte nel corso dei mesi, NASA Ingenuity ha superato di gran lunga le aspettative iniziali che puntavano a completare cinque voli in trenta giorni marziani. Invece l’elicottero ha resistito per oltre mille giorni marziani completando 72 voli.
    Ora, e per i prossimi anni, il drone riposerà a Valinor Hills, la zona chiamata così proprio in suo onore. Gli ingegneri avevano inviato un aggiornamento nelle scorse settimane con le nuove istruzioni. L’elicottero cercherà di risvegliarsi ogni giorno attivando il computer di volo, rileverà lo stato della carica delle batterie attraverso il pannello solare e raccoglierà dati sulle temperature. Verranno poi scattate alcune fotografie con la fotocamera a colori ad alta risoluzione così da notare i più piccoli cambiamenti della regolite marziana.

    L’incognita è data principalmente dalla polvere che si accumulerà via via sul pannello solare limitando la carica delle batterie. NASA Perseverance tornerà in zona solamente dopo diverso tempo e quindi non è chiaro se il rover potrà ancora comunicare con il drone (se lo stato di carica dovesse essere troppo basso si accenderà più).
    Quando NASA Ingenuity poteva ancora volare il pannello solare si puliva con costanza mantenendo prestazioni più che eccellenti considerando che il progetto è stato pensato per essere anche “economico”. Non sappiamo se sarà solo un arrivederci. Potrebbe anche trattarsi di un addio. Nonostante tutto, le informazioni raccolte sono state e saranno fondamentali per il futuro dell’esplorazione. Un grande regalo da parte di Ingenuity all’umanità. LEGGI TUTTO

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    NASA Dragonfly: la missione con il drone verso Titano è confermata, partenza nel 2028

    NASA Ingenuity ha dimostrato che anche su altri corpi celesti, oltre alla Terra, è possibile far volare un drone. Il prossimo obiettivo dell’agenzia spaziale statunitense (e non solo) è quello di creare droni sempre più grandi e complessi che possano svolgere missioni in autonomia o aiutare le missioni con equipaggio a esplorare nuovi mondi. Il prossimo modello sarà quello della missione NASA Dragonfly che ha come obiettivo Titano, il satellite di Saturno.
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    A novembre dello scorso anno era stato annunciato un possibile ritardo di questa missione anche a causa del budget insufficiente della NASA. Nelle scorse ore la stessa agenzia ha pubblicato un comunicato stampa dove viene invece confermata non solo la missione ma anche tempistiche relativamente veloci per portarla a termine. La decisione è importante e sarà una delle missioni più seguite dei prossimi anni che aprirà nuovi scenari non solo per Saturno e Titano ma anche più in generale per l’esplorazione spaziale robotica.

    Gli ingegneri ora dovranno completare il progetto finale del drone, costruirlo, eseguire i test di convalida dell’apparecchiatura e degli strumenti scientifici di bordo. Nicky Fox (amministratore associato della NASA) ha dichiarato “Dragonfly è una missione scientifica spettacolare con un vasto interesse della comunità, e siamo entusiasti di fare i prossimi passi per questa missione. Esplorare Titano spingerà i confini di ciò che possiamo fare con il nostro elicottero al di fuori della Terra”.
    Essendo una missione per il Sistema Solare esterno diretta verso uno dei giganti gassosi, le tempistiche sono piuttosto dilatata rispetto, per esempio, a Marte. NASA Dragonfly ha ricevuto un budget di 3,35 miliardi di dollari e una data di lancio a luglio 2028. Il drone dovrebbe arrivare su Titano intorno al 2034 e inizierà così l’esplorazione non dall’orbita ma dalla superficie e nell’atmosfera dei luoghi più promettenti di questa luna. LEGGI TUTTO