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    Il telescopio spaziale James Webb cattura un’immagine della galassia nana irregolare I Zwicky 18

    Alcuni giorni fa è stata pubblicata un’immagine catturata dal telescopio spaziale James Webb della nebulosa NGC 604 e ancora prima della galassia primordiale GN-z11. L’ultima immagine rilasciata, in ordine di tempo, è invece dedicata alla galassia nana irregolare I Zwicky 18 che si trova a 59 milioni di anni luce dalla Terra e scoperta dagli anni ’30 dall’astronomo svizzero Fritz Zwicky (dalla quale la galassia prende il nome).

    Nell’immaginario comune molte galassie hanno forme spiraleggianti (e lo stesso JWST ne ha catalogate diverse) ma anche le galassie irregolari, per quanto meno appariscenti e a livello estetico meno belle possono aiutare gli scienziati nel comprendere al meglio l’evoluzione dell’Universo, delle galassie stesse e la formazione stellare. In particolare le galassie irregolari erano tipicamente presenti nell’Universo primordiale.
    Il telescopio spaziale James Webb e la galassia nana I Zwicky 18
    Secondo quanto dedotto, I Zwicky 18 ha visto diverse fasi di formazione stellare e in particolare sono presenti due zone attive nella parte più centrale della galassia che possono essere rilevate dal telescopio spaziale James Webb. Sono evidenti poi nell’immagine delle strutture di colore bruno che rappresentano grandi bolle di gas che sono state scaldate dai venti stellari e dalla radiazione ultravioletta emessa dalle stelle giovani e calde.

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    I Zwicky 18 ha poi una galassia compagna che si trova nella parte più bassa dell’immagine e che ha una colorazione bluastra. Non è chiaro se le due galassie possano interagire in qualche modo ma proprio la loro vicinanze potrebbe aver dato il via a una nuova formazione stellare della galassia nana irregolare.
    Nell’immagine sono poi presenti sullo sfondo altre galassie, molto più antiche e molto più lontane di colore arancione. Lo scopo di riprendere I Zwicky 18 con il telescopio spaziale James Webb è quello di comprendere come la polvere intergalattica interagisce con i vari oggetti. Questa galassia poi contiene pochi elementi più pesanti dell’elio e questo permetterebbe di fare alcuni raffronti con galassie dell’Universo primordiale. La formazione stellare di questa galassia potrebbe essere iniziata da un miliardo di anni fa fino a dieci miliardi di anni fa. LEGGI TUTTO

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    Sviluppata una nuova ”fotocamera” scientifica che cattura dati a 156,3 bilioni di fps

    Catturare fenomeni estremamente veloci è importante per molti fotografi ma anche e soprattutto in campo scientifico. I ricercatori hanno sviluppato nel corso del tempo diverse tecnologie che permettono di catturare dati di fenomeni che avvengono molto (molto) velocemente. L’ultima novità in questo campo è una fotocamera scientifica che ha raggiunto il valore record di 156,3 bilioni di fps (1012) per merito dell’INRS Energie Matériaux Télécommunications canadese.

    Grazie alle potenzialità del nuovo sistema di rilevazione è possibile catturare fenomeni che avvengono in femtosecondi. Non ci troviamo di fronte ovviamente a una fotocamera convenzionale ma a un’evoluzione della tecnologia CUP (fotografia ultraveloce compressa) chiamata poi T-CUP quando questa ha raggiunto la possibilità di catturare a oltre un trilione di fotogrammi (trilione nella scala corta impiegata in USA) e infine CUSP da fotografia spettrale ultraveloce compressa, come quella sviluppata nel 2020 dal Caltech.

    La fotocamera scientifica da 156,3 bilioni di fps
    La tecnologia messa a punto dall’INRS ha preso il nome di SCARF che significa femtofotografia in tempo reale con apertura codificata. Come in altri casi, anche qui viene impiegato un fascio laser che colpisce il bersaglio oggetto dell’analisi per scomporsi in emissioni a diverse lunghezze d’onda che possono essere rilevate separatamente.

    Il cammino ottico del fascio luminoso utilizza diverse ottiche e specchi per poi giungere a un rilevatore basato su un sensore CCD dove avviene la codifica con sequenza completa fino a 156,3 THz per ogni pixel. Rispetto ai sistemi CUP, con SCARF è possibile acquisire un maggior numero di informazioni con il primo che è limitato dalle dimensioni del sensore mentre il secondo no. Anche la codifica dei fotogrammi con la tecnica SCARF permette di avere diversi vantaggi come riduzione della sensibilità al rumore, diminuzione delle problematiche di acquisizione dei dati così da avere immagini più veloci, affidabili e accurate.

    Chiaramente gli scienziati non hanno sviluppato questa tecnologia per l’ambito commerciale ma per quello di ricerca relativo alla fisica, la biologia, la chimica, la scienza dei materiali e l’ingegneria. Jinyang Liang (professore che ha seguito la realizzazione di SCARF) ha dichiarato che con questa tecnica potrebbero essere osservati fenomeni come l’ablazione laser a femtosecondi, l’interazione delle onde d’urto con le cellule viventi e il caos ottico non possono essere studiati in questo modo. Il sistema di questa fotocamera scientifica da 156,3 bilioni di fps (Tfps) è stato spiegato nello studio Swept coded aperture real-time femtophotography. LEGGI TUTTO

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    Nuovi droni DJI Matrice 3D e 3TD con DJI Dock 2

    Il settore delle ispezioni è certamente uno dei principali mercati di sbocco dei droni oggigiorno e DJI presenta un nuovo quadricottero della sua serie industriale Matrice. Il nuovo velivolo viene presentato in due versioni, che si differenziano per il payload e per gli scenari di utilizzo:

    Matrice 3D‌ è progettato per missioni di mappatura e rilevamento autonome. È dotato di un teleobiettivo (CMOS da 1/2 pollice, focale equivalente 162 mm, 12 MP di pixel effettivi) e di una fotocamera grandangolare (CMOS da 4/3, focale equivalente 24 mm, 20 MP di pixel effettivi) con otturatore meccanico, soddisfacendo le esigenze per le attività di mappatura ad alta precisione 1:500.‌‌‌
    Matrice 3TD‌ è progettato per operazioni di sicurezza e ispezione.‌ Presenta lo stesso teleobiettivo di Matrice 3D ma una fotocamera ampia diversa (CMOS da 1/1.32 pollici, focale equivalente 24 mm, 48 MP di pixel effettivi).‌‌ Include anche una fotocamera a infrarossi aggiuntiva (con focale equivalente 40 mm, risoluzione 640 x 512 per la modalità normale e risoluzione 1280 x 1024 per la modalità immagine a infrarossi UHR, zoom digitale a 28x) in grado di registrare sia immagini a luce visibile sia termiche a infrarossi.‌‌

    ‌‌ Entrambi i droni sono dotati di antenne RTK integrate, di sistema di rilevamento degli ostacoli omnidirezionale ed evitamento automatico degli ostacoli, funzionalità molto importanti per lo svolgimento delle attività di ispezione e mappatura in modalità di volo autonomo.‌‌ Vantano inoltre un’autonomia di volo massima di 50 minuti, un raggio operativo di 10 km, un grado di protezione IP54. In condizioni di utilizzo standard le batterie possono garantire fino a 400 cicli di ricarica‌.

    In realtà oggi DJI presenta un nuovo ecosistema, visto che accanto ai nuovi droni DJI lancia oggi DJI Dock 2 sul mercato globale.‌‌ Si tratta di una soluzione ‘drone-in-a-box’ che permette il trasporto del velivolo, la ricarica e l’avvio delle missioni in volo autonomi e la gestione automatizzata del rientro e dell’atterraggio. Partendo dalle dimensioni ridotte dei nuovi quadricotteri, Dock 2 è significativamente più piccola e leggero e offre capacità operative superiori e funzioni intelligenti basate su cloud.‌‌ Ad esempio, utilizzando DJI FlightHub 2, è possibile creare modelli 3D ad alta precisione basati sui dati di volo raccolti.‌‌ Grazie a queste informazioni, i droni possono essere programmati per regolare automaticamente l’angolazione della fotocamera per catturare la stessa area nei voli successivi.‌‌ Le attività di rilevamento di routine possono essere automatizzate con funzionalità come questa, migliorando la sicurezza e l’efficienza dei lavoratori.

    DJI Dock 2 pesa solo 34 kg e misura 570 mm x 583 mm x 465 mm.‌‌ Essendo il 75% più piccolo e il 68% più leggero rispetto alla generazione precedente può essere installata con molta più facilità e da un team di persone ridotto: bastano due adulti per il trasporto a mano. Ci sono poi altre caratteristiche che rendono la soluzione molto funzionale per tutte le missioni critiche.‌‌

    Valutazione efficiente del sito per una rapida implementazione‌‌DJI Dock 2 utilizza sensori di visione per la valutazione di un sito prima di lanciare il drone, garantendo che la traiettoria di volo e la destinazione abbiano buoni segnali GNSS.‌‌ Ciò accelera notevolmente il processo di selezione del sito portandolo a 12 minuti o inferiore, rispetto alle 5 ore precedenti.‌‌ Una volta pronto, può completare rapidamente l’ispezione delle eliche e ottenere informazioni precise sulla posizione RTH utilizzando le sue doppie antenne RTK, consentendo al drone di decollare entro un minuto.
    ‌Affidabile in condizioni atmosferiche estreme‌DJI Dock 2 può operare stabilmente, anche in climi e ambienti difficili.‌‌ È classificato IP55‌ per la resistenza alla polvere e all’acqua e utilizza indicatori di pioggia, velocità del vento e temperatura per rilevare i cambiamenti meteorologici in tempo reale.‌ Utilizzando DJI FlightHub 2 con previsioni meteorologiche online, è possibile inviare avvisi tempestivi e terminare le attività di volo in base alle necessità.‌‌‌‌
    Operazioni remote stabili ed economiche‌‌DJI Dock 2 può essere programmato per completare le missioni in modo autonomo. Tuttavia, gli operatori potranno controllare l’angolo dello stabilizzatore da qualsiasi luogo in qualsiasi momento. ‌‌Le lenti fisheye interne ed esterne forniscono informazioni sulle condizioni in tempo reale all’interno e all’esterno del dock, consentendo agli operatori di osservare da remoto le condizioni meteorologiche, le circostanze ambientali e le situazioni di decollo e atterraggio. ‌Nell’hangar, la batteria del drone può essere caricata in modalità wireless dal 90% al 20% in circa 32 minuti.‌‌
    Supporto minimo, anche durante le emergenze‌‌ DJI Dock 2 richiede manutenzione solo ogni sei mesi‌. ‌‌‌Se si verifica un’interruzione di corrente, può operare in modo indipendente grazie alla batteria integrata per 5 ore, lasciando tempo sufficiente per il ritorno e per l’atterraggio del drone. ‌‌Inoltre, DJI FlightHub 2 invia immediatamente notifiche tramite e-mail se un’attività di volo fallisce, consentendo agli operatori di tracciare e risolvere i problemi in modo accurato.‌‌‌‌ 

    Disponibilità

    Entrambe le versioni di Dock 2 possono essere prenotate tramite i rivenditori DJI Enterprise‌ locali autorizzati a partire da oggi 26 Marzo. LEGGI TUTTO

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    Aggiornamenti firmware per Nikon Z 6II e Nikon Z 7II

    In attesa di Z 6 III, uno dei prodotti più attesi di questa primavera 2024, Nikon regala un piccolo aggiornamento firmware alle due mirrorless full frame della generazione precedente Nikon Z 6II e Nikon Z 7II.

    Si tratta di un aggiornamento minore, che interessa la connessione wireless e risolve un paio di piccoli problemi.

    Modifiche rispetto alla versione firmware “C” da 1.61 a 1.62 per Nikon Z 6II e Nikon Z 7II:

    • Sono stati cambiati i valori predefiniti per le seguenti impostazioni visualizzate quando ci si connette in wireless:

    – Chiavi di crittografia
    – La password visualizzata dopo il recupero delle impostazioni predefinite della fotocamera

    • Sono stati risolti i seguenti problemi:

    – In alcuni casi, toccando il monitor non si spostava il punto AF alla posizione selezionata.
    – In alcuni casi, la fotocamera richiedeva del tempo tra scatti se Camera Control Pro 2 era utilizzato per scattare foto. LEGGI TUTTO

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    “Ocean Drifter”: la foto-simbolo dell’inquinamento marino vince il British Wildlife Photography Awards

    Un pallone galleggiante nel mare al largo del Dorset (a sud dell’Inghilterra), ricoperto di crostacei tropicali invasivi: questa è l’immagine che ha conquistato il prestigioso British Wildlife Photography Awards 2024 (qui il sito web). Scattata dal fotografo Ryan Stalker, l’opera intitolata “Ocean Drifter” è stata incoronata vincitrice assoluta tra oltre 14.000 proposte provenienti da tutto il mondo.
    Al di là dell’apparente semplicità del soggetto ritratto, l’immagine rappresenta una potente metafora dell’impatto deleterio delle attività umane sull’ecosistema marino. Il pallone, un comune rifiuto di plastica, si erge come un simbolo inquietante dei danni causati dall’inquinamento da rifiuti solidi, mentre i crostacei che lo ricoprono raccontano una storia ancora più allarmante.
    “Ocean Drifter”, di Ryan Stalker

    Questi organismi, noti come cirripedi d’oca o maxillopodi, non sono originari delle coste britanniche, bensì delle regioni tropicali. La loro presenza sulle coste del Dorset indica che il pallone ha compiuto un lungo viaggio attraverso l’Atlantico, trasportando involontariamente con sé potenziali specie invasive.
    Come ha spiegato lo stesso Stalker: “I cirripedi d’oca non sono autoctoni del Regno Unito, ma possono giungere sulle nostre coste durante le potenti tempeste atlantiche. Sebbene il pallone sia un rifiuto che non dovrebbe trovarsi in mare, mi chiedo quale sia stato il suo viaggio. Forse, dopo essere stato inizialmente smarrito, ha trascorso del tempo nei tropici, dove questi crostacei sono nativi, per poi vagare per anni nell’oceano aperto prima di approdare nel Dorset.”
    L’arrivo di specie non native, favorite dalla dispersione di rifiuti plastici, rappresenta una seria minaccia per gli ecosistemi locali. Questi organismi invasivi, privi di predatori naturali, possono proliferare rapidamente, soppiantando le specie autoctone e alterando irreversibilmente gli equilibri ambientali.

    “Questi rifiuti possono trasportare creature che potrebbero sopravvivere nelle acque del Regno Unito e diventare specie invasive. Una maggiore quantità di rifiuti umani in mare potrebbe aumentare il rischio che altre creature raggiungano le nostre coste,” ha avvertito Stalker, sottolineando l’urgenza di affrontare il problema dell’inquinamento marino.
    La vittoria di “Ocean Drifter” ai British Wildlife Photography Awards 2024 non è solo un riconoscimento delle eccezionali qualità artistiche e tecniche dell’opera, ma anche un monito per la società contemporanea. Questa immagine potente e simbolica ci ricorda che le nostre azioni quotidiane hanno un impatto tangibile sull’ambiente naturale e che è nostra responsabilità collettiva proteggere e preservare gli ecosistemi marini per le generazioni future. LEGGI TUTTO

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    INSTAX MINI 99: l’istantanea analogica con viraggio colore in macchina

    INSTAX continua a rinnovare la sua gamma, continuando sul binario multiplo che da un lato vede soluzioni totalmente digitali e dall’altro fotocamere istantanee analogiche, passando per i prodotti ibridi.
    INSTAX MINI 99

    Oggi è la volta di una nuova INSTAX ‘vecchio stile’, una fotocamera a sviluppo istantaneo analogica, ma arricchita da funzionalità prese in prestito dalle abitudini digitali: INSTAX MINI 99.

    Una di esse è Color Effect Dial. Questa ghiera consente di selezionare uno tra sei effetti di colore: Faded Green, Warm Tone, Light Blue, Soft Magenta, Sepia e Light Leak. La funzione sfrutta delle luci LED all’interno della fotocamera, che illuminano la pellicola istantanea INSTAX MINI col colore scelto, applicando in tempo reale (e in modo irripetibile, trattandosi di fotografia analogica) il viraggio al colore prescelto. La funzionalità dell’effetto colore è selezionabile tramite una ghiera che ricorda quelle delle fotocamere digitali. .
    Per un’esperienza ancora più vintage, INSTAX MINI 99 è dotata anche di un nuovo selettore, Manual Vignette Switch. Situato sull’obiettivo, può essere utilizzato per aggiungere una cornice artistica ombreggiata attorno all’immagine, mimando l’effetto vignettatura delle vecchie ottiche.

    Troviamo anche una nuova funzione che permette di scattare più facilmente ottenendo l’esposizione voluta, tramite la Brightness Control Dial. Questa ghiera offre cinque distinti livelli di luminosità: l’impostazione Luce (“L+”) indica l’esposizione più luminosa, le impostazioni “L”, “D” e “N” offrono la gamma normale di luminosità e l’impostazione Dark (“D-”) rappresenta il livello di luminosità più scuro disponibile.
    Sempre nell’ottica di aiutare a ottenere buone foto, troviamo alcune modalità, come Indoor e Sport, che ottimizzano i parametri di scatto in condizioni di scarsa illuminazione e quando serve un otturatore più veloce per bloccare il movimento. Maggiore controllo anche per la messa a fuoco, con le tre impostazioni Landscape, Standard e Macro Focus facilmente accessibili regolando la ghiera dell’obiettivo. La modalità Landscape si concentra su soggetti posizionati a una distanza di riferimento di “3,0m e oltre”. La modalità Macro è perfetta per primi piani e selfie a una distanza di riferimento compresa tra “0,3m a 0,6m”. Gli utenti possono selezionare la modalità Standard per tutto il resto.
    Discorso simile per il flash, che è utilizzabile in modalità Auto, Fill-in (flash sempre attivo) e con la funzione di rimozione occhi rossi. Non manca naturalmente l’autoscatto e sul fondo della fotocamera è presente anche il foro filettato per treppiede.

    Il lancio di INSTAX MINI 99 è accompagnato da PHOTO SLIDE, una nuova pellicola INSTAX MINI. Questa nuova pellicola è stata ispirata dal design dei motivi presenti sui supporti delle pellicole fotografiche e completa l’espressione di stampa della INSTAX MINI 99.
    Prezzi e disponibilità

    La fotocamera istantanea Fujifilm INSTAX MINI 99 sarà disponibile dal 4 aprile 2024 a un prezzo al dettaglio suggerito dal produttore di 199,99 euro IVA nclusa.
    La pellicola istantanea INSTAX MINI PHOTO SLIDE sarà disponibile dal 4 aprile 2024 a un prezzo al dettaglio suggerito dal produttore di 11,99 euro IVA inclusa per confezione (10 fogli). LEGGI TUTTO

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    Skylum presenta l’app per l’editing fotografico Luminar dedicata ad Apple iPad

    Dal primo tablet della Mela Morsicata sono passati molti anni e ora Apple iPad può essere una soluzione che accontenta molti più utenti, anche evoluti, che non vogliono rinunciare a lavorare o svagarsi in mobilità. Anche gli sviluppatori di software hanno visto via via aumentare l’interesse per questo tablet arrivando a sviluppare applicazioni ad hoc. Uno degli ultimi esempi è Skylum Luminar per iPad che si propone come app per il foto editing.
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    Ovviamente l’applicazione può essere scaricata dall’app store di Apple e permette di accedere a un mondo di funzionalità per editare immagini di vario genere (anche catturate attraverso fotocamere che possono essere, a loro volta, collegate a iPad). L’interfaccia di Skylum Luminar è stata pensata per essere utilizzabile facilmente con Apple iPad (da iPadOS 17 in poi), compresi effetti sonori per avere una sensazione interazione più completa, condivisione semplificata e supporto ad Apple Pencil.

    Come da trend attuale, non poteva mancare anche l’Intelligenza Artificiale che consente di aiutare gli utenti nella modifica delle fotografie. Per esempio è possibile modificare il cielo in una foto, regolazione semplificata di vari parametri, gestione di contrasto e chiarezza e gestione di sorgenti luminose ed esposizione.

    In Skylum Luminar per Apple iPad ci sono i filtri, possibilità di gestire le fotografie a colori per trasformarle in monocromatiche oltre a cancellare soggetti che disturbano la scena. Si possono modificare le luci, la gestione della scena nel suo complesso e ritagliare o raddrizzare le foto. In ultimo non manca il supporto a Vision Pro per un’esperienza ancora più immersiva grazie al visore di Apple. LEGGI TUTTO

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    Sony World Photography Awards 2024: annunciati i vincitori del Concorso Open

    Dopo l’annuncio dei National e Regional Awards di inizio febbraio, si torna a scrivere dei Sony World Photography Awards 2024. Sono stati annunciati infatti i vincitori del Concorso Open del concorso di fotografia della World Photography Organisation, uno dei più prestigiosi e importanti a livello internazionale che vede la partecipazione di moltissimi talenti legati al mondo della fotografia.

    Nel Concorso Open dei Sony World Photography Awards 2024 vengono premiate le migliori fotografie singole che sono state inviate nel corso del 2023 da moltissime nazioni. Secondo gli organizzatori sono state oltre 395 mila le fotografie che si sono candidate con oltre 220 paesi e territori coinvolti.
    Grazie alla partnership storica con Sony, i vincitori di ciascuna categoria potranno ricevere attrezzatura digitale firmata dal produttore nipponico così da poter continuare a sviluppare il proprio talento. Inoltre sarà possibile partecipare alla selezione per diventare Open Photographer of the Year (che prevede un premio di 5000 dollari).
    Il vincitore assoluto di questa edizione sarà svelato tra qualche settimane durante la cerimonia di premiazione che si terrà a Londra il 18 aprile. Gli autori potranno poi esporre le proprie fotografie nella mostra dei Sony World Photography Awards presso la Somerset House che si terrà dal 19 aprile al 6 maggio 2024 (per poi essere trasferita in altre località). Le categorie del Concorso Open per questa edizione sono Architecture, Creative, Landscape, Lifestyle, Motion, Natural World & Wildlife, Object, Portraiture, Street Photography e Travel. Oltre alla lista dei vincitori è possibile vedere tutte le fotografie selezionate sul sito ufficiale.

    I vincitori del Concorso Open dei Sony World Photography Awards 2024
    A vincere la categoria Architecture del Concorso Open dei Sony World Photography Awards 2024 è stata la fotografa Ana Skobe (Slovenia) grazie all’immagine dal titolo Falling Out of Time. Questa ha come protagonista un faro con una struttura decisamente non convenzionale (se si pensa ai fari nell’immaginario collettivo). La struttura spigolosa si staglia contro un cielo terso al crepuscolo facendolo sembrare un’opera proveniente dal futuro.
    Per la categoria Creative invece a essere selezionato è stato Rob Blanken (Paesi Bassi) che ha portato una macrofotografia che ritrae dei cristalli di aminoacidi B-alanina, L-glutammina e glicina. Quello che sembra un tema astratto e spaziale è invece molto terrestre e umano, anche se nel piccolo (molto piccolo).
    Nella categoria Landscape a distinguersi è stato Liam Man (Regno Unito) per la fotografia dal titolo Moonrise Sprites over Storr. La scelta è stata quella di riprendere la Luna crescente mentre droni illuminavano parte del paesaggio nella zona della collina di Old Man of Storr che si trova sull’Isola di Skye, in Scozia. Anche in questo caso il richiamo a mondi alieni sembra chiaro, ma si tratta sempre della Terra.
    Il primo classificato nella categoria Lifestyle è Alvin Kamau (Kenya) con la fotografia dal titolo Twende Ziwani (Let’s go to the Lake). La scelta del fotografo è quella di riprendere l’idea di un un servizio fotografico di moda con un singolo modello in posa per lo scatto.
    Nella categoria Motion è stato il fotografo Samuel Andersen (Norvegia) a distinguersi dagli altri. La sua immagine prende il nome di Rider Getting Down and Dirty. Lo scatto ha come protagonista un ciclista che attraversa una zona con fango e pozzanghere con la sua mountain bike durante i Campionati Nazionali Norvegesi. Il Sole filtra attraverso l’acqua sollevata dal suo passaggio donando un gioco di luci e ombre molto interessante.
    Nella categoria Natural World & Wildlife il vincitore è Ian Ford (Regno Unito) con la fotografia Caiman Crunch. Il protagonista in questo caso è un giaguaro che sta attaccando un coccodrillo mentre entrambi sono all’interno di un corso d’acqua. Ford non solo ha catturato il momento dell’attacco ma aveva seguito anche la scena precedente con il grande felino che stava inseguendo il rettile prima del colpo finale.
    Per Object a vincere è stato Toni Rinaldo (Indonesia) con la fotografia dal titolo Coalition. In questo caso troviamo una composizione che mette al centro due sedie di colori diversi all’interno di una sala d’aspetto. Secondo il fotografo, il significato è dato dal colore differente della seduta che richiama le differenti culture che coesistono in Indonesia.
    Nella categoria Portraiture a vincere è stata la fotografa Michelle Sank (Regno Unito) con Zenande, Sinawe, Zinathi and Buhle at Sea Point Pavilion, Cape Town. La scena vede un gruppo di adolescenti a bordo piscina e riprende le difficoltà affrontate dal Sud Africa quando era presente l’apartheid.
    Per la categoria Street Photography è stata l’artista Callie Eh (Malesia) a vincere sugli altri utenti con The Hand. Si tratta di una scena catturata durante un corteo nuziale a Bhaktapur (Nepal). Lo sposo alza la mano mentre si trova all’interno dell’automobile di passaggio contrastando con il colore chiaro della carrozzeria e il rosso della decorazione.
    L’ultima categoria del Concorso Open dei Sony World Photography Awards 2024 è Travel. Ad aggiudicarselo è Yan Li (Cina Continentale) con la fotografia Between Calm and Catastrophe. L’immagine riprende un villaggio sulle rive del Lago Titicaca mentre un incendio si sta pericolosamente avvicinando mettendo a rischio le strutture. LEGGI TUTTO